Maestri della Food Valley; itinerario con la Bentley Flying Spur

Percorso artistico-gourmand dal Polesine a Modena via Parma tra le geniali tradizioni di un territorio dedito all’eccellenza a bordo della sontuosa ammiraglia Bentley firmata Mulliner.

Guidando paralleli al grande fiume, le lunghe ombre e le fitte nebbie autunnali celano apparentemente immobili paesaggi di campi, dimore rurali e castelli adornati da cascate di foglie gialle. In queste zone, gli ordinati viali alberati sono soliti annunciare ben preservati paesini ed evocativi approdi storici. Come in una bolla rimossa da ogni agente esterno – ed opportunamente arredata da elementi tattili e materici di regale sfarzo – la Flying Spur ricamata dalla divisione Mulliner si lascia alle spalle la sopraffina esperienza di bordo autostradale, sostituendola con un adagio procedere nella fioca visibilità della pianura padana. La prima tappa del viaggio ha le forme di una secolare dogana sul Po’; antico approdo per i naviganti convertito ad azienda agricola e pernotto di charme, dalla famiglia Spigaroli.

Un tempio della gastronomia

La cucina di Massimo Spigaroli è uno delle migliori d’Italia ed anche approcciando l’Antica Corte Pallavicina (parte del circuito Les Collectionneurs) con le massime aspettative, non si rimane delusi. Dall’omonimo ristorante una stella Michelin all’antistante Osteria del Maiale ubicata nel lato opposto della corte interna, la soddisfazione gastronomica è assicurata sia lato tradizioni, che haute cuisine. Il pernotto nella fortificazione a ridosso del fiume Po’, aggiunge spessore e contesto ai ricordi oltre che un eccellente colazione con crostate di rara bontà. Difficile dimenticarsi poi della passeggiata sotterranea nella cantina di culatelli; il più nobile dei salumi emiliani (e italiani) che la famiglia Spigaroli produce da sempre con metodo artigianale. Su ogni ogni coscia in fase di stagionatura, penzola un’etichetta con il  futuro destinatario e frugando tra le varie personalità che comprano annualmente i culatelli dell’Antica Corte Pallavicina, ci sono nomi del calibro di Re Carlo d’Inghilterra e Robert de Niro.

La cultura, oltre il prodotto

Nel florido contesto alimentare della penisola, i territori tra Modena e Parma si distinguono per una densità impareggiabile di preparazioni di fama mondiale. La conseguenza negativa della notorietà è la rapida diminuzione di prodotto realmente artigianali creati con materie prime locali e certificate, e possibilmente rispettosi delle tradizioni. Tra l’esiguo numero d’indirizzi che rispettano i tre parametri operando in una filiera chiusa e controllata, c’è il Caseificio Montecoppe che ospita anche negozio e zona degustazioni. Per un’acetaia diversa dal solito, si può visitare La Lanterna di Diogene a Solara Bomporto; insegna Slow Food in cui servizio al tavolo, cura degli animali da cortile e produzione di aceto balsamico Igp, avvengono con il supporto di ragazzi disabili che lavorano in azienda. Per un’ottima rassegna di salumi prodotti come una volta (tempo, sale, giusta umidità e nessun conservante) ci si accomoda alla Locanda del Feudo, nel borgo di Castelvetro di Modena.

Ristoranti e osterie cult

Oltre alla già citata Antica Corte Pallavicina e la famosa Osteria Francescana, ogni itinerario gastronomico in Emilia che si rispetti, dovrebbe incorporare anche i seguenti ristori d’autore: Trattoria ai Due Platani di Coloreto; Osteria del Viandante a Rubiera; l’Aldina nel centro Modena e Osteria della Rubbiara a Nonantola. Che sia tradizionale o affiancata da tecniche contemporanee, stellata Michelin o segnalata dalla guida Slow Food, la cucina delle quattro insegne sa interpretare con maestria ogni piatto ed ingrediente avvalendosi di brodi con secoli di saggezza, sfoglie tirate a mano per anolini, tortelli, tortellini; gustose farce e grandi dolci. Inaspettato è infatti il trionfo di gelato fatto in casa ai Due Platani e nel percorso verso i ristoranti di affascinante c’è anche la via Emilia; culla di una cultura del lavoro che dalla all’ingegneria all’attenzione sociale e dall’artigianato alla salvaguardia del patrimonio culinario, ha saputo allietare l’esistenza di milioni di persone.

Sale delle armi e labirinti

Il quattrocentesco castello di San Pietro in Cerro è una delle tante inaspettate scoperte appartenenti al patrimonio storico minore italiano; particolarmente scenico nei mesi del foliage, l’indirizzo può essere visitato in esclusiva ed esplorando la sala delle armi, le grandi cucine e le camere ricche di preziosi reperti d’epoca, si percepisce un autentico e ben radicato senso della storia. La suggestiva fortificazione è parte dei circa 32 castelli un tempo appartenenti al Ducato di Parma e Piacenza; una zona davvero rimarchevole anche dal punto di vista artistico-culturale che alle splendide e poco note opere di landscape art come il Labirinto delle Masone di Franco Maria Ricci (all’ingresso del percorso c’è anche la Jaguar E-Type tanto amata dell’artista) affianca le maestose testimonianze di un passato tanto nobile quanto ricco di opere artistiche, liriche e architettoniche che vi racconteremo nei prossimi articoli.

Note di viaggio dalla Flying Spur Mulliner

Quando l’abitacolo si concede agli occhi impreziosito da 400.000 impunture, dagli interni fuoriesce il profumo delle pelletterie fiorentine. I metalli con smerigliature da orologi di gioielleria adornano comandi e superfici laccate e preziose, sono le ornature dei fanali a delimitare il roboante cofano che ospita il 4.0 V8 biturbo con 880nm di coppia e 550 cavalli. Da fermi si raggiungono i 100 orari in 4 secondi ma dall’abitacolo, non si avverte alcun senso di urgenza perché dai soffici tappetini in vello d’agnello ai drappi di velluto per i due tettucci apribili trasparenti, ogni spostamento sulla Flying Spur Mulliner, è un magico viaggio nelle nuvole.

Se volete seguire le orme dei nostri giornalisti o richiedere il vostro viaggio personalizzato in Emilia-Romagna e nei luoghi di culto della Food Valley, scrivete ad info@thedriversclub.it

Matteo Morichini

Cresciuto tra arte e viaggi Matteo scrive di motori, turismo e culture gastronomiche. Giornalista dal 2004 con laurea e master in relazioni internazionali presso la LSE di Londra visita i 7 continenti e coglie ogni occasione per approfondire la sua passione verso cucina ospitalità e tradizioni del territorio Italiano.

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