Le auto e i luoghi di Vacanze di Natale

Quarant’anni fa usciva nelle sale il primo cinepanettone. Caricatura spietata di una società completamente permeate dallo spirito degli Anni ’80.

Quando si parla di cinema italiano vengono in mente vari generi. Il neorealismo del dopoguerra, lo Spaghetti western degli Anni ‘60, i tanto rivalutati “film di serie B” e gli immancabili Cinepanettoni. Pellicole comiche, quest’ultime, che da quarant’anni richiamano nelle sale moltitudini di famiglie durante il periodo natalizio. Discutibili dal punto di vista tecnico e artistico, hanno un significato profondo: fotografano la società del Belpaese – con stereotipi e caricature d’accordo – ma anche con un’attenzione alla realtà che mette in risalto mode, atteggiamenti, costumi, qualità e brutture degli italiani.

Le origini

Tutto ha avuto inizio esattamente 40 anni fa con il primo Vacanze di Natale, lavoro firmato da Carlo Vanzina che ha radunato in un unico lungometraggio vere e proprie icone del mondo dello spettacolo di allora tra mostri sacri della comicità come Jerry Calà, Christian De Sica o Guido Nicheli, e starlette del calibro di Stefania Sandrelli, Antonella Interlenghi o Karina Huff. Senza dimenticare, sempre parte del cast, i vari Claudio Amendola, Riccardo Garrone, Rossella Como, Roberto Della Casa, Moana Pozzi o Mario Brega, solo per citarne alcuni.

Il contesto sociale

Tralasciando la trama – e ancor più il giudizio critico – è interessante soprattutto capire cosa resta, oggi, di quelle Vacanze di Natale. Ricordando che, tra pellicce di visone e bottiglie di champagne, il tempo non si misurava in ore ma in “giri di Rolex” e che a Cortina d’Ampezzo, la Perla delle Dolomiti come viene definita ancora oggi, il principale problema della borghesia è scegliere “tra l’Alfetta Turbo e il BMW iniezione”. Ma parliamo proprio di auto e di luoghi, che nel film hanno un ruolo primario quasi quanto i personaggi in carne e ossa.

Tutte le auto del film

Bastano i primi 5 minuti per ammirare una carrellata di vetture simbolo di quegli anni e, soprattutto, specchio fedele dei rispettivi proprietari. Così, i ricchissimi Covelli raggiungono lo chalet di famiglia con una Maserati Quattroporte e una Mercedes Classe G: l’eleganza della berlina italiana, arrivata sul mercato nel 1979 e dotata di potenti motori V8 con potenze da 255 a 300 CV, si sposa alla perfezione con la teutonicità della 4×4 della Casa di Stoccarda, già allora simbolo di robustezza e motricità impareggiabili. La famiglia Marchetti arriva a Cortina con tutta la sua verace romanità per fermarsi invece all’Hotel Fanes, raggiunto a bordo di una ben più popolare Fiat Ritmo. Billo, che suona il piano al Vip Club, invece, incarna lo stereotipo del playboy squattrinato e sempre in cerca di avventure: raggiunge Cortina su una particolarissima Innocenti Mini Turbo. Si tratta di un’auto derivata dalla Mini e realizzata in collaborazione con De Tomaso. Spinta da un motore 1.0 tre cilindri di origine Dahiatsu dotata di turbocompressore IHI. È stata la prima utilitaria sovralimentata in vendita in Italia. Vantava 68 CV: non tantissimi, ma tanto bastava a renderla divertente e molto agile, considerando un passo di 2,05 metri e un peso di soli 670 kg. Oltre a queste, durante il film si vedono anche una Mercedes Classe E, altro simbolo d’eleganza dell’epoca, e una Toyota FJ Cruiser rossa fiammante con tetto bianco, 4×4 in voga tra i giovani.

Immutabile Cortina

La scelta di Cortina d’Ampezzo come location all’interno della quale tutto il film si svolge non è casuale. Rinomata località turistica sin dalla seconda metà dell’Ottocento (al tempo sotto l’amministrazione austro-ungarica) Cortina diventa un vero e proprio luogo di culto per l’Italia bene a partire dai primi del Novecento, consacrandosi definitivamente tra le mete più ambite con i Giochi Olimpici Invernali del 1956. Da allora, il grazioso paese al cospetto di Cristallo e Faloria, ospita decine di eventi sportivi di caratura internazionale e si anima di eventi e manifestazioni che attraggono turisti da tutto il mondo. Pronta ad ospitare di nuovo le Olimpiadi Invernali che si disputeranno nel 2026, la Perla delle Dolomiti resta ancora oggi un luogo ricco di fascino sotto ogni punto di vista.

Cosa resta di quel tempo

Evolutasi nel tempo ma fedele a ciò che accadeva 40 anni fa all’epoca dell’uscita del primo Vacanze di Natale, Cortina resta un luogo dove l’offerta alberghiera ed enogastronomica saprà soddisfare i clienti più esigenti ed i palati più raffinati. Tra gli esempi spiccano l’Hotel Cristallo (al tempo del primo cinepanettone parte del gruppo Ciga), il Grand Hotel Savoia (dove alloggiano alcuni personaggi del film e ora parte di Radisson Hotels) ed il Vip Club; fulcro della nightlife ampezzana nel film oggi trasformatosi in un club privato dove al centro resta ancora la musica dal vivo. Per quanto solo per i soci, il club si propone come “un piccolo paradiso lontano dalla frenesia di tutti i giorni”. Da questa prospettiva si può dire che Cortina non è cambiata per niente.

Francesco Barontini

Allevato a pane e motori, per via di un babbo ingegnere, scopre presto l’amore per le quattro ruote trasformando la passione in professione. Giornalista dal 2003, ama viaggiare, con una predilezione per le vacanze on the road. A spasso per l’Italia o verso mete esotiche.

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