Amerigo Vespucci; La nave più bella del mondo
Orgoglio della Marina Militare Italiana, è un esempio ante-litteram di Made in Italy inteso come eccellenza tecnica e bellezza senza tempo. Ogni tanto la si può visitare: ecco dove e come
Livorno, città del cacciucco e di Amedeo Modigliani, porto di mare nel senso più verace e caleidoscopio del termine, ma anche luogo natale di sensibilità come Giovanni Fattori e Pietro Mascagni, a cui è dedicata l’omonima terrazza da cui la città si affaccia sul mare. Livorno è fuori dai principali percorsi turistici toscani, oscurata da mete più blasonate dal punto di vista artistico-culturale come Firenze, Pisa o Siena, dal punto di vista paesaggistico (si pensi alle colline del Chianti, ai tanti borghi medievali o alle isole dell’Arcipelago Toscano). Livorno non può vantare nemmeno la capitale dello svago, con la Versilia a farla da padrone. La città si sta facendo comunque conoscere, non senza fatica, per i caratteristici canali del centro (i Fossi, come sono chiamati), per le pregiate vigne della zona intorno a Bolgheri dove nascono alcuni ottimi Super Tuscan, per le vicine località di mare che stanno tornando ai fasti di un tempo (vi dice niente il nome di Castiglioncello?) e una serie di altre attrazioni che è in grado di offrire.
C’è una cosa, però, per cui Livorno è famosa ovunque: l’Amerigo Vespucci, veliero della locale Accademia Navale della Marina Militare definita spesso come “la nave più bella del mondo”. La Vespucci, con il suo caratteristico scafo bicolore a strisce bianche e blu, oltre a essere l’orgoglio della città di Livorno, che fa festa ogni volta che la “sua” nave torna in porto, rappresenta l’eccellenza italiana per più di un aspetto: è un esempio della maestria dei cantieri navali del Belpaese, dell’italica capacità di andar per mare, di gusto estetico e di eccellenza tecnica.
L’Amerigo Vespucci, che per molti mesi all’anno è lontana da Livorno, svolgendo il compito di nave scuola per gli allievi ufficiali dell’Accademia, ogni anno torna per la tradizionale manutenzione invernale e resta attraccata al molo per qualche tempo. In questi momenti, come in altri in cui per un motivo o per l’altro torna in città, la nave si concede al pubblico, permettendo a chi vuole una visita a bordo.
È così che si può scoprire la bellezza di questo veliero a motore unico nel suo genere, costruito tra il 1930 e il 1931 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, e attualmente imbarcazione più antica della Marina Italiana. Lunga 101 metri, con una larghezza di 21 metri, la Vespucci fu progettata dall’ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio navale e direttore proprio dei Regi cantieri navali che si occuparono della costruzione. La nave, che fu varata il 22 febbraio 1931, ha tre alberi verticali: trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadrate. A questi si aggiunge il bompresso, sporgente a prua e – come consuetudine – inclinato in avanti. La polena in bronzo dorato, raffigura Amerigo Vespucci; gli altri arabeschi di prora e di poppa, invece, sono in legno ricoperti di foglie d’oro zecchino. La nave ha una stazza di circa 4.000 tonnellate, può raggiungere una velocità massima a motore di 10 nodi (a vela sono 16) e può ospitare sino a 270 membri dell’equipaggio. Il motto della nave, assegnato nel 1978, è “Non chi comincia ma quel che persevera”, frase attribuita a Leonardo da Vinci.
Oltre ad essere utilizzata per l’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia navale, l’Amerigo Vespucci è un simbolo dell’Italia nel mondo con innumerevoli presenze a manifestazioni ed eventi di caratura internazionale. Nel 1962, mentre navigava nel Mediterraneo, incontrò la portaerei statunitense USS Independence ed i fiori all’occhiello delle rispettive marine, si scambiarono il seguente messaggio luminoso:
ISS Independence: “Chi siete?”
Amerigo Vespucci: “Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”
ISS Independence: “Siete la nave più bella del mondo”.
E così sia.
Francesco Barontini
Allevato a pane e motori, per via di un babbo ingegnere, scopre presto l’amore per le quattro ruote trasformando la passione in professione. Giornalista dal 2003, ama viaggiare, con una predilezione per le vacanze on the road. A spasso per l’Italia o verso mete esotiche.